Dopo il voto del Senato e la cerimonia di investitura di Brett Kavanaugh a giudice della Corte Suprema, numerosi analisti hanno ipotizzato che la spaccatura tra Democratici e Repubblicani dopo le accuse di violenze sessuali nei suoi confronti potessero spingere l’elettorato Dem ad andare a votare con maggiore slancio alle elezioni di midterm del 6 novembre. L’effetto del post Kavanaugh, secondo le teorie più accreditate, dovrebbe alimentare l’attesa blue wave che permetterebbe ai Dem di riottenere il controllo del Congresso o perlomeno della Camera dei rappresentanti. Ma sarà davvero così? Secondo l’analisi dei sondaggi non parrebbe, anzi tutto tende alla conclusione che la vera spinta della vicenda Kavanaugh abbia rafforzato i candidati GOP, aumentando le possibilità di Trump di mantenere la maggioranza sia al Senato sia alla Camera.
Una prima avvisaglia sarebbe dovuta arrivare dal seggio per il Senato del Tennessee, passato dal +5% Dem al +18% GOP mentre si credeva che l’endorsement di Taylor Swift avesse incentivato gli elettori Democratici ad iscriversi per il voto. Invece, dopo l’investitura di Kavanaugh lo Stato ha switchato, come si dice in gergo elettorale, ovvero è passato da tendente Dem a tendente GOP. Lo stesso è avvenuto in Missouri e Florida, mentre nelle ultime ore la candidata McSally (R) ha compiuto il sorpasso sulla Sinema (D) in Arizona. Parallelamente, il partito Repubblicano ha aumentato il proprio margine di vantaggio in Texas e North Dakota. Questo quadro porta all’attuale previsione del risultato delle elezioni di midterm per il Senato ad un 23-12 per i Democratici, che però non deve ingannare: dei 35 Stati che andranno al voto, 26 erano Dem e soltanto 9 GOP. Questo vuol dire che Trump otterrebbe 3 seggi in più al Senato spostando l’equilibrio attuale di 51-47 a 54-46, rafforzandosi. Con questi numeri, il partito Repubblicano si deve concentrare (quasi) solo sui seggi della Camera.
Qui i giochi si fanno più duri per Trump. Tuttavia, dopo l’approvazione della nomina di Kavanaugh, parecchi distretti congressuali sono passati da blu a rossi. Gli ultimi più eclatanti, in ordine di tempo, sono Kansas 03, New Jersey 03, Minnesota 08, Florida 26, New York 22 e West Virginia 03. Nel distretto congressuale KS03 si è passati dal +6% Dem del 3 ottobre al +3% GOP del 5 ottobre, il giorno in cui è iniziata la discussione al Senato per la conferma della nomina di Kavanaugh. Nel NJ03, il 27 settembre i Dem conducevano per 10 punti percentuali, mentre il 16 ottobre erano i Repubblicani avanti di 2 punti. Nel MN08 si è addirittura passati dal +1% Dem del 4 ottobre in eredità dal 13 settembre, al +15% GOP del 16 ottobre in un sondaggio Siena Research per il NYT. Il FL26 è tornato tendente rosso dopo essere passato blu il 21 settembre: il 5 ottobre i Democratici erano ancora davanti di 2 punti percentuali, ma il 16 ottobre un nuovo sondaggio ha riportato in testa i Repubblicani anche se per un solo punto percentuale. L’ultimo sondaggio per il NY22 risaliva al 30 agosto, quando i Democratici primeggiavano per 2 punti percentuali, ma una nuova inchiesta del 17 ottobre rileva il sorpasso dei Repubblicani anche qui di un punto percentuale. Infine, i Repubblicani si riprendono anche il WV03: assegnato ai Democratici dal 21 settembre (+4%), torna ora verso il GOP secondo un sondaggio Monmouth (+3%).
Ovviamente, non ci sono solo distretti congressuali che passano dal tendente Dem al tendente GOP, e ne rimangono molti non soltanto Toss Up (in bilico), ma addirittura che vedono candidati Democratici in vantaggio in distretti dove dovrebbero vincere i Repubblicani. Un esempio su tutti per i primi è il Nevada 04 (NV04), ballerino tra rosso e blu e che infatti è passato dal +4% GOP del 13 ottobre al +2 Dem del 16, smentendo perlomeno qui un effetto Kavanaugh a favore di Trump. Per i secondi, emblematico è il caso dello Utah 04 (UT04): nello Stato che per il seggio del Senato vede l’ex candidato alla presidenza Romney (R) con un vantaggio che sfiora il 40%, in questo distretto congressuale l’uscente (incumbent) Repubblicano ultimamente sta faticando a mantenere il seggio e per ora la sfida è data “tie”, come si suol dire in presenza di un pareggio nei sondaggi.
Queste variazioni, comunque, dimostrano che non siamo in presenza di una blue wave, anzi l’effetto Kavanaugh ha causato quella che si potrebbe definire una contro-red wave: dopo il 7 ottobre – il giorno della cerimonia di investitura di Kavanaugh – i candidati repubblicani hanno recuperato terreno in molti distretti congressuali chiave, spostando la bilancia da una possibile rimonta blu ad una ulteriore, e scioccante, onda rossa negli Stati più incerti e nei quali ci si gioca la Camera. Secondo le mie proiezioni attuali, i Repubblicani vincerebbero infatti 41 distretti chiave a fronte dei 25 Democratici. A pesare su questa debacle, c’è anche il fatto che i candidati Dem non riescono a portare via distretti congressuali ai Repubblicani con la stessa intensità, e continuano a restare dietro in Arizona 02 (AZ02) e Florida 27 (FL27), due distretti con candidati uscenti Dem. Il GOP, invece, nonostante le teorie (a quanto pare smentite) su Kavanaugh, ha continuato a “rubare” distretti colorando la mappa ancora più di rosso: ad ora, secondo gli ultimi sondaggi, i Democratici avrebbero appena la maggioranza alla Camera con 218 rappresentanti (su 218 richiesti, essendo 435 i membri), mentre i Repubblicani ne otterrebbero 214. Quelli che rimangono Toss Up sono 3 (CA10, IA03 e UT04) e diventano determinanti per Trump se vuole mantenere la maggioranza anche alla Camera. Intanto, Kavanaugh gli ha dato una mano.
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