Le due grilline al ballottaggio

Le due grilline al ballottaggio

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Chiara e Virginia. Sono le due candidate a 5 Stelle che domenica andranno al ballottaggio rispettivamente a Torino e a Roma. La prima ha una figlia appena nata, la seconda un figlio di 7 anni; Chiara ha studiato al liceo scientifico e poi economia, Virginia al liceo classico e poi giurisprudenza; entrambe sono sposate; ma Chiara ha 6 anni in meno di Virginia; entrambe hanno anche avuto un’esperienza come consigliere comunale, ma quando la Appendino è stata eletta nel 2011, la Raggi si era appena avvicinata al M5S (grazie al marito) e dovette aspettare 2 anni per entrare in Campidoglio. Se la Raggi ha un retroterra di sinistra, la Appendino – anche a causa dei suoi 31 anni appena – appare più lontana da questi accostamenti e dalla vicinanza, o meno, con Berlusconi.
Ma se nella capitale, per buona pace di Orfini, lo scenario profilatosi era praticamente scontato, nell’ex capitale era ancora aperta la possibilità – seppur sorretta da poche speranze – di una vittoria al primo turno dell’esperto e astuto Fassino. Tuttavia, avrei scommesso sicuramente sul M5S come sfidante del PD al ballottaggio anche a Torino, perché considero la Appendino il migliore esponente dei pentastellati. Migliore anche di Di Maio e del duo formato da Di Battista e Fico col quale ha chiuso la campagna elettorale. La reputo più vera e più convincente, di migliore presenza e impatto e non per il fatto di essere anche carina.
Sostanzialmente il mio pensiero di comparazione tra le due candidate è il seguente: se parla la Appendino prende voti, se parla la Raggi perde voti.
Sono arrivato a questa conclusione dopo aver ascoltato (devo ammetterlo, poche battute, ma va detto che hanno parlato poco) la Raggi sul palco di Roma e la Appendino in una trasmissione TV e sulla sua pagina Facebook. La prima era più impacciata, risultava tesa, quasi si impappinava, la voce tremava e pareva non sapesse cosa dire. Mentre la seconda era nettamente più decisa, sicura di sé e tagliente, presentava bene i punti e in modo chiaro, coinvolgendo l’ascoltatore e prendendosi anche una certa simpatia e gradevolezza.
Il punto è che a Roma il M5S avrebbe comunque fatto un exploit, dopo le ultime due disastrose amministrazioni: sono Giachetti ed il PD che hanno fatto un miracolo, non i 5 Stelle. A Torino, invece, il risultato della Appendino è sorprendente e ha sorpreso pure lo stesso Fassino, visibilmente preoccupato e sicuramente scocciato di dover aspettare il ballottaggio per vincere. I voti che il M5S ha preso a Roma sono voti dati al partito per una questione di impossibilità di votare altro, i voti presi dal M5S a Torino invece sono anche voti presi dalla Appendino. Inoltre, i dati di dicono che nelle città dove si fa politica e si amministra con la politica e non con i disastri, il M5S è fermo attorno al 10% o appena sopra, come a Milano e Bologna, mentre a Torino è al 30%, e non sono successi gli scandali di Roma, dove ha appena il 5% in più.
Vorrei sbagliarmi, ma al secondo turno a Torino vincerà il PD, perché l’elettorato del M5S pesca nell’astensione, nei delusi e negli arrabbiati, e queste categorie di persone difficilmente vanno al voto una seconda volta, perché sono già stanche e demotivate. La sinistra, invece, ha un elettorato che va a votare sempre, cosa che gli permette di riportare tutti alle urne 14 giorni dopo. Diverso è il discorso per Roma, dove tuttavia i 10,3 punti percentuali di vantaggio della Raggi potrebbero non essere sufficienti. Infatti, a tutti quelli che danno già per certa la sua elezione – visto il distacco – ricordo che in Austria Hofer aveva ben 14,8 punti di vantaggio su Van der Bellen, eppure al secondo turno ha perso. Va bene, in Austria si sono coalizzati tutti contro di lui, mentre a Roma alcuni partiti sperano che vinca il M5S, ma là al ballotaggio sono andati a votare più elettori che al primo turno. E sicuramente hanno votato a sinistra, consegnando la vittoria al verde.
Domani più persone andranno a votare e più aumenterà la possibilità per almeno una di queste due giovani candidate di diventare sindaco. Altrimenti avranno comunque fatto un risultato eccezionale, mettendo in forte difficoltà in PD e in imbarazzo Renzi. Ma più la Appendino.

Quando chi si definisce “antifascista” si comporta da fascista

Quando chi si definisce “antifascista” si comporta da fascista

Si definiscono “antifascisti”. Sono i ragazzi che in questo video cercano di sfondare il cordone delle forze dell’ordine per raggiungere piazza Solferino, dove la Lega Nord sabato 28 marzo stava facendo una manifestazione pacifica e autorizzata, esattamente al contrario del corteo dei centri sociali e degli anarchici.

Io li chiamo anarco-comunisti. Anarchici perchè sono contro ogni forma di governo e di politica (senza proporre tra l’altro nulla), comunisti perchè basta guardarli: appartenenti ai centri sociali di sinistra (ma contro il PD), con bandiere rosse, rasta e addirittura una bandiera con falce e martello!

Il loro legame è l’identificarsi come “antifascisti” e “antirazzisti”. A vedere da come si comportano li definirei invece “fascio-comunisti” e “antisicurezza”: la ragazza che inveisce piena di rabbia contro di loro definendoli “merde… schifo… dovete concimare la terra” ne è un esempio, seppure non il peggiore.

Per fortuna questa volta c’è un video che immortala chi sono i violenti e chi quelli che democraticamente, lì vicino, stavano esprimendo le loro idee senza insultare nessuno e soprattutto senza attaccare la polizia. Anzi, e posso affermarlo in quanto io stesso ero in piazza Solferino, quelli accusati di essere “fascisti” (cioè i leghisti) hanno ringraziato le forze dell’ordine, dichiarando che non è normale mettere a rischio la vita di centinaia di poliziotti, mobilitati per proteggere l’incolumità (possiamo dire la vita anche in questo caso!) di altre persone che in un sabato pomeriggio si sono trovati per protestare contro il governo del Piemonte, ma portando anche proposte.

La differenza tra i “fascio-comunisti” e quelli che definiscono “fascisti-razzisti-xenofobi-nazisti” (sempre i leghisti) è che questi ultimi fanno politica in modo pacifico e portando proposte, mentre i primi “fanno politica” (per così dire) basandosi sull’odio dell’avversario e delle sue idee, insultandolo e definendolo con aggettivi più vicini alle loro caratteristiche. Fino ad adesso hanno fatto una certa presa sull’opinione pubblica le accuse di “fascismo” rivolte verso chi chiede una politica diversa, ad esempio, sull’immigrazione clandestina; ma vedere video come questo e partecipare alle manifestazioni della Lega Nord scortato dalla polizia con gli anarco-comunisti che ti insultano e cercano di raggiungerti armati di mazze, fanno capire chi sono davvero i violenti: in questo caso i fascio-comunisti.